Il giro del gruppo del sella era obiettivo da tempo e quest’anno, con la neo apertura degli itinerari gravity, il momento s’è fatto maturo.
Dopo un viaggio della speranza e poche ore di sonno, arriviamo a Selva non certo di buon ora, sotto una fitta pioggia, ma con il morale a mille. Il tempo di parcheggiare e saltiamo giù felici come dodicenni a gardaland. Ci gettiamo subito sul carrello per liberare le ragazze, la foga è tale che non ci accorgiamo che la pioggia nel frattempo è cessata. In tempo record, siamo vestiti (più o meno attrezzati per la giornata estrema) e in sella.
Forse non abbiamo scelto il punto migliore per la partenza. Dopo poche centinaia di metri, ancora freddi, attacchiamo la prima salita, che si rivelerà anche la più dura della giornata. 5 km con pendenza media del 13% che guadagna il Dantercepies sul Passo Gardena. La fatica è tanta che non ricordo proprio se stesse o no piovendo. Chi più chi meno, tutti facciamo ricorso al piedibus, che ci dà un po’ di respiro e ci permette di ammirare il Sassolungo alle nostre spalle. In un’ora circa siamo alla sella da cui si apre la visuale incredibile sulla Val Badia e il gruppo del Sella.
Foto di rito, mentre aspettiamo che il gruppo di escursionisti lungo il sentiero raggiunga la sommità e ci liberi la via, e poi via verso il passo per imboccare il primo trail, Single Trail Frara, che dal passo Gardena scende a Colfosco. Prima sorpresa. Il tratto iniziale è chiuso alle bici. Un signore ci dice che a causa delle piogge dei giorni precedenti, quel tratto è impraticabile, che dobbiamo scendere per asfalto fino al parcheggio per il Pisciadù e da lì imboccare la seconda parte del trail. Seguiamo le sue indicazioni solo perché lo sbarramento è invalicabile, ma al secondo tornante tagliamo per prati e imbocchiamo il sentiero. Effettivamente in molti tratti è un vero pantano, ma anche per questo divertentissimo. Dal parcheggio, il trail si trasforma. Da qui inizia un tratto artificiale, molto ben curato, con fondo di brecciolino compatto, bello largo, una lunga sequenza di curve paraboliche e bei dossi da pompare e saltare.
Arriviamo a Corvara soddisfattissimi. Bellissimo battesimo. Intanto della piaggia mattutina non c’è più neanche il ricordo, ora il sole fa capolino dietro le nuvole e ci permette di godere di condizioni ideali. Caffè di rito, qualcosa sotto i denti e via per l’ascesa del passo di Campolongo. Qui purtroppo non ci sono molte alternative, se si vuole arrivare al Bec de Roces per fare l’omonimo trail si deve asfaltare. Ci va tutto sommato bene, è ora di pranzo e il traffico è relativamente poco, giusto un raduno di macchine d’epoca in direzione opposta che ci distrae dal noiosissimo bitume.
Al passo di Campolongo prendiamo il primo impianto, la seggiovia che sale diretta al Bec de Roces ci permette però di guadagnare molto più tempo che dislivello. Dalla sommità si ammira la maestà della Marmolada ancora carica di candida neve che sovrasta Porta Vescovo.
Anche qui veloce foto di rito, quattro minchiate e via al volo per il secondo trail “Bec de Roces”. Questo è molto più naturale, con tratti molto veloci e ripidi e altri più flow e tecnici nel bosco. Sarà che personalmente amo più i sentieri selvaggi e naturali, ma questo mi esalta molto di più del primo. Un vero spasso.
Quando ad Arabba ci abbandoniamo su una panchina sono da poco passate le 2. Concordiamo tutti che non è il caso di pranzare ora e appesantirci prima dell’ascesa al Pordoi. Lo faremo una volta al passo, d’altronde quanto ci vorrà mai!
Non l’avessimo mai detto! A parte un primo breve tratto su mulattiera, il resto è una gran mangiata di asfalto. Infiniti tornanti lungo i quali vieni sverniciato da auto, pullman, moto, stradisti e, peggio del peggio, obesi su mtb elettriche! Un tratto che ti logora piano piano, prima psicologicamente e poi fisicamente. A 2 km dal passo avevo le visioni: gli hotel giocavano ad un due tre stella, aspettando che abbassassi la testa sull’asfalto per allontanarsi di qualche centinaio di metri! Finalmente vinco l’inseguimento e al primo bar ci fiondiamo dentro a ordinare del cibo, qualunque cosa purché commestibile. Penso di aver mangiato la migliore piadina che ricordi!
Salendo abbiamo avuto il tempo di studiarci il trail Pordoi che scende di fianco alla strada. In realtà solo la prima parte (ca 1km e 150m di dislivello) è in stile free-ride, il resto è un’ampia mulattiera che non vale proprio la pena. Così vista l’ora tarda e l’esigenza raggiungere Campitello prima che chiuda la funivia, decidiamo ad unanimità di saltare il trail “Pordoi” e proseguire per la nostra strada.
Merito della piadina o della smania di scendere per il bikepark, ma la tanto temuta ascesa alla Col dei Rossi si rivela meno dura del previsto, molti tratti sono pedalabili e quelli di spingismo passano bene.
Qui finalmente inizia il bike park. È ormai il terzo anno di fila che lo visito e ogni volta riesce a stupirmi. Quest’anno l’ho trovato molto più curato (o forse meno disastrato). Ci spariamo in sequenza Double U, 4X e la mitica Electric Line. Non c’è storia, per lunghezza e promiscuità di ambienti e passaggi, è senza dubbio il momento più intenso della giornata. Sorprendenti gli altri trail, ma qui siamo su un livello superiore. In particolare la 4X è quella che diverte sempre di più. Non a caso, qui raccogliamo anche il primo lepre della giornata. Grande front flip di Spada sul primo drop!
Filiamo dritti fino a Canazei per i 900 metri di dislivello, disattendendo la promessa di fermarci a fare foto sui passaggi più suggestivi.
Una volta a Canazei il gioco è fatto, ciclabile fino a Campitello, funivia per raggiungere il Col Rodella e poi giù attraverso la città dei sassi, lambendo il Sassolungo per finire di nuovo a Selva per il tanto blasonato freeride Ciampinoi. Almeno così credevamo!
La realtà riserva sempre grandi sorprese. Appena partiti dal Col Rodella, Ciano stallona il posteriore tubelizzato e ci costringe ad una prima sosta. Siamo in quota, su prati e il vento fischia forte! Spada continua a seminare raggi dal posteriore, ormai è a -3 e ad ogni droppetto ne salta uno.
Ripartiamo e raggiungiamo il rifugio Comici che è già chiuso. Per una concomitanza di poca lucidità, assonanza di nomi e segnalazioni forvianti, imbocchiamo il sentiero sbagliato. Ce ne accorgiamo dopo appena un 1 km, ma ben 150 metri sotto. Con già 2000 metri sulle gambe, l’idea di riscalare il crinale fino al Comici ammazza le ambizioni di parte del gruppo. Broken-Spokes Spada, SuperD e Ciano Onder decidono di proseguire per Selva in quella direzione. Il sottoscritto e il condottiero barbalonga fanno invece dietrofront strisciando fino all’arrivo della cabinovia Ciampinoi. Raggruppiamo le ultime forze in corpo e ci spariamo il trail finale. 2,7 km e 550 metri di dislivello. La sua esposizione a nord e sviluppo interamente nel bosco, garantiscono l’abbondanza di fango ed è proprio il fondo saponetta che rende il ride sempre al limite. Il percorso è una sequenza di curve strette, con belle pendenze e divertentissime paraboliche. Tenere l’anteriore stabile in un palmo di malta nei vari cambi di direzione è la vera sfida! Peccato solo averlo fatto per ultimo.
Altro grande pietra miliare portata a casa per il rogara team. Alla fine i numeri dicono 59.4 km e 3800 metri di dislivello di cui 2600 pedalato. Grandissimo giro, in uno scenario incantato quale le dolomiti.
Partecipanti
– GhibliGenna
– BrokenSpokeSpada
– Il Ciano Onder
– SpecialD
– Demis
Traccia
Altitudine massima: 2400 m
Altitudine minima: 1402 m
Che figata ragazzi!
Come ad ogni rogara raduno, ho passato 3 giorni in puro spirito adolescenziale, pensando solo a sparare cavolate e pedalare in ambienti fantastici.
Grazie a tutti, mi sono divertito con un bambino.
penso di aver perso tre giorni di divertimento cmq vedere l aperture del sito conil nome di mio figlio mi rende ancor di piu orgoglioso i neo genitori ringraziano con la speranza a breve di ripedalare insieme
Giro spettacolare….con discese veramente ben fatte!
La Ciampinoi poi è un vero spasso! Andrebbe fatta per prima e magari senza tutta quella fanga!!
Comunque è stato un piacere sentire le vostre perle!!
Grandi
Per me e’ il primo rogara raduno e fatto con certe compagnie in quei posti e’ il massimo,ringrazio tutti x esperienza indimenticabile .Grande Demis Genna Spada
SuperD io mi sono divertito il prossimo potete sempre abbandonarmi in autostrada!!! Benvenuto Nicolò
Giornata da sogno! Paesaggi stupendi e compagnia eccezionale cosa voler di più?
Dopo 20 giorni di inattività, sul Pordoi me l’ho vista veramente brutta, ma l’obesa tedesca su bici elettrica che ha mollato una mega scoreggiona mi ha ricaricato alla grande!
Ancora un augurio sincero ai neogenitori Cicio e Ilaria!
Gran bel video Genna!