Questa volta ci sfidiamo su una bell’impresa tutta all-mountain. Una doppia ascesa al Catria dai due versanti, concatenando in un solo giro 53 che si sviluppa sul versante sud e pista da DH che scende sul versante nord.
Dopo gli straordinari eventi di domenica 09, si ritorna piano piano alla normalità. Tornano ad aleggiare le solite scuse, si rispolverano vecchi acciacchi e alla fine le defezioni si allineano alla media dell’ultimo trimestre. L’allarme sembra rientrato!
Si parte neanche troppo presto da Caprile, ma la gola è ancora in ombra e le temperature veramente invernali. Ci scaldiamo subito sul primo strappo che guadagna il colle sopra Fonte Avellana. Breve discesa verso l’eremo e poi si imbocca l’imbrecciata che ci porterà fino in cima. I ricordi di questa infinita ed estenuante salita, percorsa con Spada ad aprile, sono ancora freschi e i timori associati si riveleranno del tutto fondati. Pendenze sempre contenute, ma proprio per questo l’ascesa è interminabile e alla lunga fiacca le gambe. Saliamo scaldati dal sole, mentre sopra di noi la vetta è nascosta dentro minacciosi nuvoloni.
Tra una cavolata e una presa in giro arriviamo all’attacco del 53 in condizioni “ottimali”: visibilità ca. 20 metri, faccia sferzata dal vento gelido e la lingua di fuori!
Non c’è tempo per mangiare, fa troppo freddo e siamo anche in ritardo. Per fare la prima salita c’è voluto più del previsto e nel bosco alle 16 già non si vede più nulla.
Così ci vestiamo al volo e ci gettiamo lungo le creste seguendo il ricordo del sentiero, perché non si vede proprio una mazza!
Entrati nel bosco cambia lo scenario. La nebbia si dissolve, riprendiamo coscienza di un mondo trimensionale e a colori. Il sentiero è un tappeto di foglie bagnate immerso in un arcobaleno di colori autunnali, gli ostacoli sono tutti celati. Non resta che alleggerire l’anteriore e mollare tutto! Il 53 ha sempre assicurato divertimento, ma credo che questa volta si sia superato. Non ricordo di essermelo mai goduto tanto.
Arrivati a valle, occhio all’orologio, veloce spuntino e via di nuovo verso la cima del Catria. Ai primi giri di pedale le gambe cominciano una timida protesta, poi consultano il cervello e capiscono che non c’è alternativa… s’ha da fa’!
Sorprendentemente, la seconda salita passa molto meglio della prima. Le gambe zitte zitte fanno il loro dovere e arriviamo di nuovo ai pratoni non solo recuperando il ritardo, ma addirittura in anticipo che ci permette un ulteriore spuntino all’attacco della DH. Nel frattempo la vetta si è tutta aperta… e come ti sbagli!
Questo è un trail del tutto inedito per noi, di cui non sappiamo nulla. Ci lanciamo speranzosi di ritrovare la stessa goduria del 53. La prima parte è veramente bel lavorata, sufficientemente larga, con parabolone, salti e doppi. Sarebbe anche veramente veloce se non fosse per l’impraticabilità del fondo. Ci sono 20-30cm di fango su cui è difficilissimo stare in piedi e in effetti si vola forte!
La seconda parte diventa un single track su scoglio e pietra, quindi più pulito ma, complice anche la stanchezza, molto più tecnico.
Arriviamo alla macchina con la lingua di fuori, lerci come non ci capitava da tempo, ma felicissimi per aver chiuso un supergiro!
Ci rivedremo di certo, ma in un periodo più asciutto!
Grande Genna, una certezza quando c’è da affrontare una nuova sfida!
PARTECIPANTI:
Demis
Genna
TRACCIA:
Altitudine massima: 1556 m
Altitudine minima: 477 m
FOTO:
Che RRRRRecchie!
Che gran giro!!
Bello tosto, impegnativo e discese che ripagano!
Grandissimo giro, che io manco in sogno riuscirò a fare.
Ancora bravi e complimenti.