Il progetto era nelle menti di entrambi, ma non lo avevamo ancora condiviso. Così quando le previsioni meteo avevano dato quota neve 1200, il momento è diventato maturo e pressoché simultaneamente la proposta è stata Catria.
La sfida del Catria in notturna, in inverno e con previsioni di bufera richiede una bella dose di incoscienza, si alza di molto l’asticella, ma proprio per questo è stata irresistibile.
Non nascondo che anche oggi il solo pensiero di quanto vissuto innesca una burrasca di emozioni, con incremento del battito cardiaco, produzione di adrenalina e sudorazione delle mani.
Già in partenza l’atmosfera che si respira è anomala. Stranamente la consueta voglia di cazzeggio lascia il posto ad un rispettoso silenzio. Con lo sguardo rivolto verso l’alto osserviamo le novule minacciose che tagliano il bosco, nascondendo la montagna. Il buoi è assoluto, senza l’ausilio delle luci non si distinguene neanche il bianco della strada imbrecciata. Uno sguardo di intesa e senza proferire verbo si parte.
Salendo di quota entriamo quasi subito dentro le nuvole. Qui la temperatura scende drasticamente, proporzionalmente alla visibilià, ed inizia a piovere. Come se non bastasse, salendo aumenta progressivamente il vento, il cui sibilo cupo rieccheggia sulle cime degli alberi sopra le nostre teste. Il vento è di certo una consuetudine del Catria, ma in questo contesto è tutt’altro che di compagnia.
La prima sosta è al rifugio, unico posto un minimo riparato. Qui possiamo fermarci a rifocillarci e valutare bene la situazione.
Nel frattempo il vento non trasporta più pioggia, ma cristalli di ghiaccio che ti colpiscono orizzontalmente e non fanno piacere… Decidiamo di proseguire.
Ad ogni pedalata la situazione peggiora, ora sta nevicando orizzontalmente, le raffiche di vento sono fortissime e ci colpiscono in pieno, la visibilità è inferiore a 3 metri ed è un attimo perdersi di vista. Fare il tratto diagonale che porta al Pian d’Ortica è già duro in condizioni normali, questa notte è un’impresa!
Arrivati ai Piani questa è la situazione.
Passi qualsiasi spirito d’avventura, ma in queste condizioni fare le creste è da irresponsabili. I conti sono presto fatti, siamo d’accordo a girare le nostre bici e imbucare il 53 da metà.
Per il resto, il 53 è uno spettacolo anche in notturna e ce lo godiamo alla grande. Arriviamo alle auto con il cuore a mille, esaltati per l’avventura vissuta e solo minimamente amareggiati per aver abbandonato a tre quarti. Siamo consapevoli di aver dato il massimo, ieri sera oltre non si poteva proprio spingere.
La montagna è una bellissima donna, che fa perdere la testa, per la quale si fanno sciocchezze, ma a cui bisogna riservare sempre il massimo rispetto: quando non si vuole concedere, è meglio baciarla e darle un altro appuntamento!
Grazie superD per esserci sempre, soprattutto in queste occasioni.
PS. Così è come si presentava il Catria la mattina seguente.
Partecipanti
Demis
SuperD
Traccia
Altitudine massima: 1369 m
Altitudine minima: 607 m
Foto
Che grandi!
Ma la consulente coi baffi è meglio!
Bella esperienza, piena di forti sensazioni.
Appena arrivato, la prima cosa che mi sono detto è stata: “ammazza quanto è scuro il catria di notte!”, ma poi, anche se era veramente dura da salire, tra fango, nebbia, vento, neve e ghiaccio, mi sentivo veramente tranquillo.
E’ stata una gran bella notturna.
Grazie De, mi sono proprio divertito!
bravi mattacchioni quando la su spufava io qua giu buttavo un ciocco in più sul camino ero con voi
Bello bello! Secondo me siete completamente impazziti, ma vi ammiro!!! Grandiiii!!
In mezzo alla neve e’ ancora più’ brutta…..ma continua, alla fine ti autoconvincerai che è’ bella, però ci vorrà ancora parecchio tempo!!! L’unico pro che ci vedo e’ che almeno non è tutte ruote!!!